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Bar robotici: rivoluzionare l’esperienza di consumo nei locali moderni

L’innovazione tecnologica sta ridefinendo il settore della ristorazione, introducendo soluzioni all’avanguardia che promettono di trasformare l’esperienza dei clienti. Tra queste, i bar robotici rappresentano una delle tendenze più affascinanti, combinando l’alta tecnologia con l’arte della mixologia. Questo articolo esplora il fenomeno dei bar robotici, analizzando come stanno cambiando il volto dell’ospitalità e quali vantaggi offrono a imprenditori e clienti.

Cos’è un Bar Robotico?

Un bar robotico è un locale dove le bevande, solitamente cocktail, vengono preparate e servite da robot. Questi locali utilizzano tecnologie avanzate per automatizzare il processo di miscelazione dei drink, garantendo precisione, efficienza e uno spettacolo unico per i clienti.

Vantaggi dei Bar Robotici

  1. Precisione e Consistenza: I robot possono miscelare ingredienti con precisione millimetrica, assicurando che ogni cocktail sia perfetto ogni volta.
  2. Velocità nel Servizio: Riducendo significativamente i tempi di attesa, i bar robotici possono servire più clienti in meno tempo, migliorando l’efficienza generale.
  3. Esperienza Innovativa: L’interazione con la tecnologia offre un’esperienza unica ai clienti, rendendo la visita al bar memorabile.
  4. Riduzione dei Costi Operativi: Sebbene l’investimento iniziale possa essere elevato, i bar robotici possono ridurre i costi a lungo termine, grazie alla minor necessità di personale.

Sfide e Considerazioni

Nonostante i numerosi vantaggi, l’adozione di bar robotici presenta anche delle sfide. La personalizzazione dei drink può essere limitata, e alcuni clienti potrebbero preferire l’interazione umana tipica dei bar tradizionali. Inoltre, l’alto costo tecnologico e la manutenzione possono rappresentare delle barriere all’ingresso per alcuni imprenditori.

Il Futuro dei Bar Robotici

Con l’avanzare della tecnologia, è probabile che i bar robotici diventeranno sempre più sofisticati, offrendo un’ampia gamma di bevande personalizzabili e interazioni più coinvolgenti. La loro capacità di attrarre clienti in cerca di nuove esperienze li rende una proposta interessante per l’industria dell’ospitalità.

Nonostante l’innovazione e l’efficienza rappresentate dai bar robotici, è fondamentale riconoscere il valore insostituibile del tocco umano nell’industria dell’ospitalità. La capacità di un barista di comprendere e rispondere alle esigenze emotive dei clienti, di adattare un cocktail a gusti personali con un sorriso amichevole o un incoraggiamento al momento giusto, va oltre la semplice erogazione di un servizio. La connessione umana, l’empatia e l’interazione personale arricchiscono l’esperienza di chi frequenta un bar, creando un ambiente caldo e accogliente che nessuna macchina può replicare completamente.

Inoltre, l’arte della mixologia e l’ospitalità si basano su tradizioni ricche e profondamente radicate, che celebrano la creatività umana, l’innovazione e l’esperienza sensoriale condivisa. Questi elementi costituiscono l’essenza di ciò che rende unica l’esperienza in un bar. Mentre i bar robotici possono offrire efficienza e novità, essi non possono sostituire il valore delle interazioni umane genuine, che spesso sono il motivo per cui le persone scelgono di frequentare un bar.

Mentre accogliamo le innovazioni tecnologiche che migliorano l’efficienza e offrono nuove esperienze, dobbiamo anche valorizzare e preservare il ruolo fondamentale del lavoro umano nell’ospitalità. È l’equilibrio tra tecnologia e tocco umano che può veramente arricchire l’esperienza dei clienti, mantenendo vivo lo spirito di comunità e connessione che rende unici i nostri spazi sociali.

Quanto guadagna un barman

Quanto guadagna un barman

Sopratutto tra i giovani, quella del barman è considerata una della professioni più affascinanti. Ed è vero, visto che, oltre a trattarsi di un lavoro che segue fedelmente l’incedere delle epoche e delle tendenze, esso prevede un livello di gratificazione senza ombra di dubbio alcuna considerevole. Ma quanto guadagna un barman? Prima di trovare una risposta adeguata a questo interrogativo, cosa buona e gusta è premettere che, come in tutte le professioni, la sua retribuzione è legata a filo doppio con il livello di esperienza. In soldoni, lo stipendio di un barman esperto sarà maggiore rispetto a quello percepito da un collega alle prime armi.

Sacrificio
Altra analogia con altre professioni è data dal sacrificio, un dogma del quale non è affatto possibile fare a meno. Se è vero che avere una giornata libera potrebbe lasciar campo libero al perseguimento di altre legittime passioni, è altrettanto vero che il lavoro del barman non è sattamente l’ideale per chi possiede tale ambizione, visti gli orari tutt’altro che malleabili. Le ore piccole saranno una costante immancabile, insieme ad un percorso fatto di tanta gavetta e trapuntato da dosi industriali di pratica. Dalla padronanza con gli attrezzi del mestiere alla conoscenza articolata di ogni sostanza alcolica fino ad arrivare alla preparazione di cocktail e bevande varie, tutto questo rappresenta solo una minima parte di un’occupazione tanto bella quanto ricca di potenziali insidie.

Fare il barman in discoteca
Un barman tradizionale, titolare o dipendente di un bar, potrebbe ricavare degli ottimi compensi dal punto di vista economico. L’ambizione potrebbe tuttavia indirizzare qualcuno a puntare più in alto, magari lavorando all’interno di una discoteca. Un barman che possegga la velleità di lavorare all’interno di questi locali notturni avrà la certezza quasi matematica di dover sostenere orari a dir poco proibitivi, con le richieste dei clienti che dovranno essere prontamente assecondate anche fino alle prime ore dell’alba. In una discoteca media la retribuzione per ogni sera potrebbe viaggiare tra i 100 ed i 200 euro. Se, al contrario, la discoteca è di grandi dimensioni e quindi maggiormente affollata, la retribuzione potrebbe tranquillamente superare questa soglia.

Ed un barman acrobatico?
La specializzazione in codesta branca potrebbe portare a degli interessanti sviluppi non solo professionali, ma anche riguardanti il lato economico. Oltre che servire bevande, in questo caso il barman sarà deputato anche ad intrattenere una clientela che rimarrà ammaliata da acrobazie e numeri di alta scuola. Per diventare un barman acrobatico, la conoscenza di ogni bevanda rappresenta requisito indispensabile, ma non ancora sufficiente, vista la richiesta di doti fisiche che sono alla base di questa specializzazione. Chi ama questo impiego ed è disposto a tutto per tramutare siffatto sogno in realtà, deve sapere che la retribuzione media di un barman acrobatico potrebbe sfiorare ogni sera i 400 euro.

Guadagni di un barman italiano
Meglio fare il barman in Italia o all’estero? Il confronto, ad oggi, è impietoso, visto che in Paesi come la Gran Bretagna e la Germania un barman percepisce guadagni sensibilmente maggiori. Volendo stilare quella che è una cifra, utile precisarlo, abbastanza approssimativa, il guadagno mensile di un barman tradizionale in Italia si attesta sui 1.000 euro. Un corrispettivo che, come in precedenza accennato, è destinato a crescere per chi a codesta base ha voglia di aggiungere ulteriori specializzazioni.

food cost

Food cost, economie di scala nella ristorazione

Nelle normali attività produttive, aumentando la produzione i costi per arrivare ad ottenere il prodotto cala notevolmente. Questo fenomeno viene sintetizzato in economia con l’espressione economie di scala. E’ possibile rappresentare matematicamente le economie di scala con una relazione semplificata ma non sempre questa regola è valida, per esempio non possiamo applicarla alle aziende della ristorazione.

Nel settore della ristorazione difficilmente si riescono ad applicare tali regole, questo settore è soggetto ad alcuni fattori difficilmente calcolabili e spesso bisogna fare i conti con eventi inaspettati.

Per poter aumentare la produzione inevitabilmente deve aumentare la clientela, nel caso in cui riusciamo a portare più clienti nella nostra attività dobbiamo pensare di assumere più personale , eventualmente cambiare la cucina e/o ampliare la sala. Trovare il giusto equilibrio è difficile ma perdere un cliente è molto facile. Quindi aumentare semplicemente la produzione non sempre è una strategia possibile.

Per riuscire nel difficile compito di applicare economie di scala nella ristorazione occorre valutare e ottimizzare gli aspetti organizzativi, tecnici e di gestione finanziaria e amministrativa.
Negli ultimi anni sempre più aziende hanno assunto economi per la gestione dei budget, del food cost e il controllo dei costi ma spesso questo duro compito viene affidato agli chef e ai maitre.
Per controllare i costi bisogna:
– Analizzare i costi delle singole materie prime;
– Avere menu appropriati
– Determinare i costi e il prezzo di vendita delle portate
– Controllare gli ordini e verificare l’arrivo delle merci
– Quantificare i risultati per apportare modifiche al piano
– Eliminare sprechi grazie al food cost

La parte fondamentale per ottenere ottimi risultati è controllare il costo dei generi alimentari anche detto food cost.

Adottando queste regole gli imprenditori del food&beverage otterranno ottimi risultati soprattutto in termini di fatturato ma anche limitando inutili sprechi frutto di una gestione errata della cucina e del magazzino.

Il food cost è diventato sempre più centrale nella corretta gestione di un ristorante.

Barista, barman o bartender? Affinità e differenze

Per la maggior parte delle persone il barista o barman è colui che, dietro al bancone, miscela cocktail, serve bevande, prepara snack e stuzzichini e, a volte, panini o piatti semplici, che lo si chiami col tradizionale nome italiano o con il termine inglese corrispondente (capace di veicolare un’immagine decisamente più cool e contemporanea).
In realtà tra barista e barman esistono differenze che vanno oltre quelle linguistiche. Il barista si occupa di preparare e somministrare bibite e cibi, nonché tutti i prodotti di caffetteria. Il barman invece è un professionista specializzato nella preparazione di bevande alcoliche come cocktail e long drink, ed è noto in America anche come “mixologist”, cioè dottore della miscelazione. Il barista lavora soprattutto in bar, ristoranti, alberghi, imprese di catering; il secondo trova la sua collocazione naturale in discoteche, pub e locali notturni.
Esiste poi una terza categoria di professionisti che operano dietro il bancone, i bartender, che, per quanto simili ai barman classici, se ne differenziano per alcuni tratti. In generale, il barman prepara le bevande alcoliche utilizzando tecniche e strumenti tradizionali, mostra maggiore attenzione alle ricette e alla presentazione dei drink; avendo un approccio più “raffinato”, è più legato ad ambienti di un certo livello, come grandi hotel e lounge bar. Al contrario, il bartender lavora con un approccio più moderno e utilizza tecniche che velocizzano molto la preparazione dei cocktail, ciò rende questa figura particolarmente adatta a gestire le situazioni e gli ambienti con maggiore affluenza, come discoteche e pub. A questa seconda categoria appartengono i barman acrobatici e freestyle, cioè quei barman capaci di padroneggiare tecniche spettacolari volte ad attirare l’attenzione del pubblico e a calamitare così numerosi avventori. Nel gergo del settore l’insieme delle tecniche acrobatiche si chiama flair. Lo stile flair comporta la preparazione dei drink in maniera rapida ed estrosa, prevede ad esempio versaggi contemporanei, prese e lanci di bicchieri o bottiglie davanti e dietro la schiena. Tutto ciò ha lo scopo di sorprendere il cliente, intrattenerlo, renderlo partecipe e incline a fare conoscenza con gli altri avventori, e ciò si traduce in un incremento di consumazioni, prestigio per il locale e acquisizione di nuovi clienti. I bartender più bravi, una volta giunti all’ultimo stadio nell’arte della miscelazione, possono partecipare a competizioni ed esibizioni di settore.
Molta della popolarità che la categoria dei bartender ha acquistato, soprattutto agli occhi dei più giovani, e la diffusione dell’immagine vincente del barman, deriva da un film di successo degli anni Ottanta, intitolato Cocktail e interpretato dall’attore Tom Cruise. Nel film, un giovane ambizioso, Brian Flanagan, inizia come semplice barista in un locale di New York per diventare presto il più noto barman di Mahattan grazie alle sue spettacolari esibizioni e all’invenzione di uno speciale cocktail.
Sebbene il barman acrobatico possa sembrare una figura contemporanea, legata alla moda degli ultimi anni, occorre ricordare che il flair bartending è stato messo a punto più di 150 anni fa. L’inventore delle acrobazie da bar è l’americano Jerry Thomas (1830-1885), noto anche come “il professore” in quanto è stato il primo nella storia a dare una dimensione più creativa al lavoro del barista, il primo a realizzare un ricettario di cocktail e il primo a preparare drink in modo spettacolare, miscelando cocktail con tecniche sorprendenti ed elaborate, muovendo in aria bottiglie e miscelatori come un inedito giocoliere. Sempre a lui si deve l’invenzione di alcuni strumenti, ancora oggi largamente impiegati, come i metal pour, dosatori metallici che permettono di versare quantità molto precise di liquido da una bottiglia.
La notorietà di Thomas non è però legata solo alle sue abilità manuali, il padre dell’arte di miscelare i cocktail si dimostrò infatti particolarmente abile negli affari (tanto che riuscì ad aprire e gestire molti bar di successo) e nella promozione delle sue attività. Il suo intuito in campo pubblicitario è ammirevole, digiuno (per ovvie ragioni cronologiche) di nozioni di marketing, riuscì infatti a creare un brand di se stesso rendendo la sua attrezzatura e il suo stesso abbigliamento da lavoro unico e riconoscibile. Nei locali lo si vedeva “brillare”, servire drink con gemelli di diamanti ai polsi, anelli e spille vistose; come vistosi erano anche i suoi ferri del mestiere, decorati da pietre preziose. Il successo di Thomas fu tale da portarlo a guadagnare cento dollari a settimana, cifra superiore a quella percepita all’epoca dal vice presidente degli Stati Uniti.
Le mansioni del barista e del barman, come abbiamo visto, variano in base al luogo di lavoro e al tipo di specializzazione del locale, ma in generale si può distinguere la situazione in cui il barista -barman sta solo ed esclusivamente dietro al bancone, da quelle in cui si occupa anche della cassa, delle forniture, del servizio ai tavoli.
Come per tutte le attività che implicano un contatto frequente e prolungato con il pubblico, anche quella del barman/ barista richiede una certa propensione alla comunicazione e al rapporti con gli altri, pazienza e capacità di mediazione in ogni situazione. La rapidità e l’efficienza nel servizio sono ovviamente requisiti importanti, soprattutto per far fronte alla folla di clienti nelle ore di punta, sia per il barista che per il barman. Una buona resistenza fisica e allo stress completa il profilo, questo tipo di lavoro prevede di rimanere in piedi per molto tempo e costringe a ritmi abbastanza frenetici.
Essendo il bar una delle attività commerciali più diffuse sul territorio nazionale (e non solo), esistono buone possibilità di inserimento, sia per lavori stagionali e temporanei sia per iniziare una carriera nel settore. Nel secondo caso sarà opportuno curare la propria formazione frequentando dei corsi o maturando più esperienze in ambiti diversi.

flair bartending

Flair bartending

Il flair bartending, chiamato anche free style, è una tecnica basata su evoluzioni spettacolari con bottiglie, shaker e bicchieri finalizzata a realizzare drink e intrattenere i clienti. Nato 150 anni fa in America, è diventato famoso grazie al film del 1988 interpretato da Tom Cruise, “Cocktail”.
Esistono fondamentalmente due tipi di flair: il working flair e l’exhibition flair. La prima tecnica si basa su movimenti ed evoluzioni che però non si ripercuotono sul servizio; in questo caso il sistema lavorativo è quello dell’american bar, con tutto l’occorrente per la preparazione dei drink a portata di mano. L’exhibition flair invece è una vera e propria pratica sportiva, con tanto di concorsi internazionali, ed è riservato a momenti di intrattenimento della clientela, per la quale si organizzano veri e propri mini-spettacoli di acrobazie ed effetti speciali.