food and full cost

Workshop per i professionisti della ristorazione a Roma

12002817_769132183232685_4625822855005988110_n

A Roma il 19 ottobre ore 15.30 presso l’Hotel delle NAzioni in Via Poli, 6 la KNOWLEDGElab PRESENTA:

Training gratuito per i Professionisti della Ristorazione.

FOOD AND FULL COST

Analisi economica per gestire con successo

insieme per apprendere le moderne tecniche di gestione e controllo per operare con successo nel settore Food & Beverage.

Programma:

  • come fare pubblicità e comunicazione
  • il social media marketing ristorativo
  • il revenue management per la ristorazione
  • controllo di gestione aziendale
  • processo di budgeting
  • break even analysis
  • food cost control
  • il pricing
  • sistemi di analisi.

Relatori:

MATTEO ROBUSTELLA – Formatore e consulente di organizzazione aziendale ristorativa.

PAOLO LICCARDO  – Dottore commercialista esperto in controllo di gestione.

numero verde per info e prenotazioni: 800.18.94.83

Locandina 19-10-15 def.

Il cliente straniero è tenuto a pagare l’IVA?

Nel servizio di somministrazione di alimenti e bevande l’IVA è sempre dovuta, anche da parte dei clienti stranieri. Nel caso di vendita di prodotti alimentari o di altro tipo, l’applicazione o meno dell’Iva è legata alla tipologia del cliente: se è privato o professionista, se è europeo o extra-europeo.

E’ bene ricordarsi che nel conto del ristorante va sempre conteggiata l’Iva, anche se il cliente è straniero; gli unici a non applicare l’Iva sono i ristoratori di Livigno e Campione d’Italia.

E’ utile sapere che l’Iva sulle prestazioni di somministrazione nei ristoranti e bar e sui cibi confezionati  è del 10 % mentre l’Iva sulle bevande è del 22 %.

Quindi se un cliente straniero ci chiede di togliere l’Iva  noi cortesemente dobbiamo rispondere che non possiamo escluderla dal conto  perchè per i ristoranti è sempre dovuta.

La stessa norma vale anche negli altri Paesi UE: le spese alberghiere e di ristorazione sono soggette all’imposta del Paese dove viene fornita la prestazione. Al di fuori della UE, invece, possono esserci Paesi dove non esiste tale imposta.

Matteo Robustella

Restaurant coach

scritto da M. Robustella

Come scegliere il collaboratore giusto per noi

Quando pensate di immettere nell’organico una nuova risorsa, la prima domanda da porsi è:”può essere veramente indispensabile questa persona?”, Sbagliare obiettivo potrebbe avere ripercussioni anche per il futuro del locale.

Va bene utilizzare i social per cercare candidati ma attraverso la potente macchina di Rysto è possibile verificare anche i profili dei candidati.

Fate attenzione, invece, a scegliere il personale in base alla vostra intuizione, fiuto e quant’altro.

Prima di iniziare la ricerca, è opportuno definire i dettagli e le mansioni che il nuovo collaboratore sarà chiamato a svolgere.

E’ buona norma considerare un periodo di rodaggio per far si che il nuovo collaboratore arriva alle perfomance richieste.

La mansione esatta, con l’elenco delle azioni specifiche, andrebbe compilata prima della ricerca del candidato ideale.

Richiedere un profilo troppo vago equivale a non sapere che cosa si desidera esattamente.

Difficilmente si trova una figura che ha tutte le caratteristiche volute. E’ buona norma definire quali sono imprescindibili e il minimo richiesto per le altre.

Matteo Robustella – Restaurant Coach

musica filodiffusa

Musica diffusa: come essere in regola.

Diffondere musica in sottofondo nel proprio locale non necessità di autorizzazioni particolari, pur tuttavia è necessario pagare una TASSA!!!!! alla Siae e Scf.

Chi intende, invece, organizzare spettacoli con musica dal vivo o con strumento meccanico, con finalità secondaria e complementare all’attività di somministrazione   può farlo con la stessa autorizzazione rispettando però i limiti imposti dalla Legge e pagando SEMPRE i diritti alla Siae.

Prima dello svolgimento dell’intrattenimento è indispensabile richiedere l’autorizzazione alla Siae di zona che, oltre a rilasciare immediatamente il permesso consegna anche il programma musicale da compilare a cura del direttore dell’esecuzioni (musicista o dj), la lista dei brani eseguiti e/o suonati dev’essere riconsegnata alla Siae.

Il pagamento dei diritti dipende dalla modalità di organizzazione dell’evento: se è gratuito, se ci sono biglietti all’ingresso, se c’è una consumazione obbligatoria.

A seconda delle modalità è possibile pagare una somma a forfait oppure a percentuale.

Il divieto di fumo

Fumare nei locali aperti al pubblico, è vietato: il divieto è stato stabilito dalla cosidetta Legge Sirchia a partire dal 10 gennaio 2005 e da allora è in vigore.

quello che è cambiato, nel 2009, è il ruolo del titolare o gestore del locale: non è infatti più una loro responsabilità richiamare formalmente i trasgressori all’osservanza del divieto di fumare e segnalare, in caso di inottemperanza al richiamo, il comportamento dei trasgressori ai pubblici ufficiali o agenti competenti per applicare le sanzioni previste. lo ha stabilito una sentenza del Consiglio di Stato (la 6167/09), che ha confermato la decisione del Tar del Lazio sulla parziale illegittimità della circolare del ministero della Salute datata 17 settembre 2004.

Con quel provvedimento si dava attuazione all’articolo 51 della Legge 3/2003, che aveva esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi (compresi i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago eccetera), con le sole eccezioni dei locali riservati ai fumatori e degli ambiti strettamente privati (le abitazioni civili).

L’obbligo a cui la legge chiama i gestori di locali, ha precisato il Consiglio di Stato, “è solo quello di esporre, in posizione visibile, cartelli riproducenti il divieto di fumo, con l’indicazione della sanzione ai trasgressori”.

E per le sigarette elettroniche?

Continua il balletto sulle sigarette elettroniche nei luoghi pubblici: bar e ristoranti, ma anche cinema e uffici. Ad oggi “svapare” è lecito: lo ha stabilito un emendamento approvato dal Parlamento al testo del decreto Istruzione, che ha stralciato l’ultima parte del comma 10-bis dell’art. 51 della Legge 3/03, introdotto con il Decreto LAvoro 76/13, con il quale erano state applicate alle e-cig le norme in materia di “tutela della salute dei non fumatori” previste per i tabacchi.

 

NON PIU’ MULTE PER I GESTORI CHE DECIDONO DI ACCOGLIERE I CANI

La notizia arriva dalla FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi – che, per quando riguarda i cani è stata redatta sulla base delle disposizioni del Regolamento CE n. 852/2004”.
La novità più eclatante è che addetti delle ASL o polizia municipale o NAS non potranno comminare multe ai gestori dei pubblici esercizi se trovano un cane nel locale, a meno che non circoli nelle cucine.
Questo non significa, naturalmente, che il titolare abbia l’obbligo di accettare animali domestici. La scelta rimane in capo al titolare se accoglierli o meno.
Quindi, i proprietari possono farli entrare, evitando ovviamente che gli stessi possano frequentare le zone dedicate alla preparazione e manipolazione del cibo: vietato farli accedere a cucine, laboratori e retro banchi.
Non è un obbligo quindi, non può esistere il caso che il proprietario pretenda di entrare in un bar con il suo cane se il gestore non gradisce.
La FIPE d’altro canto delinea le regole del buon senso per l’igiene: se si accarezza un cane è buona prassi lavarsi le mani, e anche per la condotta si fa appello al buon senso.
Ecco in sintesi le regole di base:
• Sono sempre ammessi e hanno libera circolazione nei locali pubblici tutti i cani da accompagnamento per i non vedenti.
• Tutti gli altri possono entrare a discrezione del gestore, a patto che siano tenuti con guinzaglio e museruola.
• Gli ambienti dove il cibo viene trattato o manipolato sono chiusi all’ingresso dei cani.
• L’affissione del cartello “io non posso entrare” deve essere autorizzata e certificata dal Comune.

di Matteo Robustella – Accademia dei Professionisti (Legge 4/2013)

FABBRICA ITALIANA CONTADINA è un idea di EATALY

FABBRICA ITALIANA CONTADINA è un idea di EATALY e quindi di Oscar Farinetti, partita alla grande l’ undici febbraio a Milano è già al centro di alcune proteste.
FICO di EATALY è un progetto che coinvolge l’eccellenza agroalimentare italiana, educazione e intrattenimento. Quotazione in borsa, 5000 nuovi posti di lavoro, 6 milioni di visitatori l’anno.
Il tutto partirà nel 2015 a Bologna sull’area del centro agroalimentare (Caab) della città.
Un progetto a energia verde e a km zero, grazie al più grande impianto fotovoltaico in Europa installato sui tetti del Caab, il centro agroalimentare di Bologna.
FiCo sarà articolato in aree specifiche fra coltivazione, produzione, ristorazione, studio-ricerca-didattica, commercializzazione.
“Il progetto F.I.CO. – dice la vicesindaco di Bologna Silvia Giannini – rappresenta un punto di incontro ottimale tra idee, risorse e soggetti privati e pubblici in grado di perseguire molteplici e ambiziosi obiettivi: la valorizzazione di un importante spazio pubblico (il Caab, partecipato all’80% dal Comune) e del mercato ortofrutticolo in esso insediato.
E ancora, la diffusione della conoscenza delle eccellenze agroalimentari made in Italy e la possibilità di fruirne, in un luogo che sarà unico e avrà un marchio, Eataly, apprezzato in tutto il mondo.
F.I.CO. avrà inoltre una forte attrattività per il turismo, in particolare per i giovani e le famiglie e vedrà una forte connessione con le attività delle nostra città: culturali, commerciali e di promozione turistica”.
Intanto Oscar Farinetti nomina Massimo Bottura come art director culinario.

di Matteo Robustella Accademia dei Professionisti (Legge 4/2013)